Imposte

Testo unico per la riforma delle agevolazioni fiscali

Entro fine anno il riordino delle regole tributarie: primo passo per l’attuazione. Il viceministro Leo: allineamento tra valori di bilancio e imponibile puntando sui principi contabili nazionali

di Giovanni Parente

Il Fisco accelera sulla stesura dei Testi unici previsti dalla delega. Ce ne sarà anche uno interamente dedicato alle tax expenditures che potrà anche essere utilizzato come base di lavoro per l’attività di revisione del sistema delle agevolazioni su cui il Governo si metterà al lavoro nelle prossime settimane. Compatibilmente con l’iter parlamentare della delega il cui esame sta per essere avviato in commissione Finanze alla Camera dopo la nomina dei due relatori (Fabrizio Sala di Forza Italia e Alberto Gusmeroli della Lega), i Testi unici potrebbero essere pronti già per la fine dell’anno, anche per consentire poi i successivi interventi della riforma con i decreti delegati. È quanto emerso nel convegno «La riforma fiscale» organizzato il 13 aprile a Roma da Gruppo 24 Ore e Deloitte.

I Testi unici rivestiranno un ruolo centrale per conseguire l’obiettivo della certezza del diritto prefissato dalla riforma. A ricordarlo il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, che si è soffermato anche sugli altri cardini per la revisione del reddito d’impresa: in particolare il riallineamento dei valori fiscali con quelli contabili e, a tendere, l’estensione del regime della cooperative compliance con l’abbassamento della soglia di ingresso (attualmente fissata a un miliardo di euro). L’idea di Leo è quella di riprendere la «sovranità» dal punto di vista dei principi contabili: «Facciamo riferimento ai principi nazionali e recepiamo quelli internazionali, come nel caso dello Ias per il leasing, che possono essere coerenti con il nostro sistema». La “riforma Leo” punta, quindi, ad avere un sistema più vicino alle specificità del sistema italiano e per questo l’Oic (organismo italiano di contabilità) sarà chiamato a giocare un ruolo da protagonista: «Dobbiamo fare in modo che l’Oic elabori i principi contabili – ha sottolineato il viceministro – e poi li declini con documenti interpretativi per settore». Un progetto su cui, come rimarcato dallo stesso Leo, è costante il dialogo con il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e con il presidente Elbano de Nuccio. Proprio da de Nuccio è arrivato l’auspicio e la disponibilità a una «collaborazione continua in vista dei tavoli tecnici che dovranno portare ai decreti attuativi della delega». Dal presidente dell’Ordine dei commercialisti di Roma, Giovanni Battista Calì, è arrivato anche l’invito a rafforzare l’amministrazione finanziaria per arrivare a una «riforma reale». Mentre, tra gli interventi dei partner di Deloitte, Riccardo Gabrielli ha fatto rilevare come la delega vada nella direzione di modernizzare il sistema fiscale.

Il direttore delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha rimarcato l’importanza di arrivare ai Testi unici: «L’esigenza è di mettere ordine nelle oltre 800 norme vigenti». Tra le materie di intervento ci saranno anche le tax expenditures. Provare a fare ordine tra le oltre 740 agevolazioni fiscali (considerando nel conto sia quelle nazionali che locali) rappresenta un obiettivo prioritario. In primo luogo, per avere un quadro sistematico sulle norme di vantaggio “dislocate” tra le varie leggi e spesso modificate di continuo. In secondo luogo, definire una base di partenza per consentire al Governo di decidere su quali e come intervenire considerando che complessivamente comportano un minor gettito pari a 125,6 miliardi. Un’operazione propedeutica, quindi, anche per consentire quindi all’Esecutivo gli altri interventi “onerosi” che si prefigge la delega, primo tra tutti quello sull’Irpef che prima di arrivare alla flat tax dovrebbe passare per un ridefinizione a tre aliquote da mettere in cantiere probabilmente già con la prossima legge di Bilancio. Ma, ad avviso di Ruffini, nella scrittura di tutti i Testi unici, a cui l’Agenzia sta lavorando per consegnare quanto prima le bozze all’Esecutivo, c’è anche un fattore di riduzione delle disuguaglianze per ridurre l’evasione. L’attuale sistema «affastellato» di regole tributarie porta ad evadere perché «si può cadere in errore o perché ci si può nascondere dietro i meandri normativi».

Nella “riforma Leo” un capitolo specifico è dedicato a un nuovo (dopo la legge 130/2022 approvata a fine della scorsa legislatura) intervento sul contenzioso. Come illustrato dal direttore generale delle Finanze, Giovanni Spalletta, sono quattro le direttrici su cui si muove la delega: razionalizzazione del contenzioso tributario, revisione degli istituti deflattivi, digitalizzazione e ripensamento della geografia giudiziaria.

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