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Bonus edilizio alla madre che abita con il figlio

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di Marco Zandonà

La domanda

Per lavori di manutenzione ordinaria su parti comuni di un fabbricato, diviso in tre subalterni intestati a tre fratelli, la madre (non titolare di alcun diritto reale) – assumendosi l’onere di pagare l'intero importo degli interventi – può richiedere in via esclusiva la detrazione per ristrutturazione edilizia sull'importo totale pagato, essendo “familiare convivente” di uno solo dei figli? - P.S.NAPOLI

La risposta è affermativa, ma limitatamente alla quota di parti comuni relative all’abitazione (subalterno) di proprietà del figlio con cui la madre convive. La detrazione Irpef del 50% (articolo 16–bis del Tuir, Dpr 917/1986, e articolo 1, comma 2, lettera c, n. 1 e n. 4, della legge 11 dicembre 2016, n. 232, legge di Bilancio 2017; si veda anche la guida al 50% su www.agenziaentrate.it) si applica, infatti, anche in favore dei familiari conviventi (coniuge, parente entro il terzo grado, affini sino al secondo grado), in quanto detentori del fabbricato medesimo. A quest'ultimo riguardo, l’agenzia delle Entrate, nella risoluzione 184/E del 12 giugno 2002, ha tenuto a precisare che il familiare convivente del possessore o detentore dell’immobile può essere ammesso a fruire della detrazione Irpef (anche per le spese relative a parti comuni), a condizione che: sussista la situazione di convivenza (comprovata ad esempio dal certificato di stato di famiglia) fin dal momento di inizio dei lavori di ristrutturazione; le spese risultino effettivamente a carico del familiare convivente (fatture intestate al genitore non proprietario, nel caso in esame, e bonifici emessi dal suo conto corrente; genitore intestatario delle fatture).
Nell’ipotesi in questione, la madre che sostiene interamente le spese per l’intervento su parti comuni dell'edificio convive con un figlio proprietario di una delle tre unità immobiliari. In tal caso, le spese sono imputabile alle tre unità immobiliari sulla base della tabella millesimale, ovvero sulla base dell'accordo sulla ripartizione fra i tre proprieta (se manca la tabella millesimale). Anche se paga interamente i costi di manutenzione ordinaria sulle parti comuni, dunque, la madre ha diritto a portare in detrazione le sole spese imputabili all'unità immobiliare in cui convive.

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