Imposte

Bonus mobili, con il limite a 8mila euro nel 2023 cambia la corsa al pagamento entro fine anno

Le modifiche in arrivo con la manovra attenuano ma non cancellano la spinta ad acquistare gli arredi entro il 31 dicembre. Attenzione agli interventi iniziati nel 2021

di Cristiano Dell'Oste

L’innalzamento del limite di spesa da 5mila a 8mila euro per il bonus mobili rallenta la corsa ai pagamenti entro fine anno, ma non la annulla.

La detrazione del 50% sull’acquisto di arredi e grandi elettrodomestici si applica su una spesa massima fino a 10mila euro fino al 31 dicembre 2022. Per il 2023 e il 2024, invece, è attualmente prevista una riduzione a 5mila euro dell’importo agevolabile. Un punto, quest’ultimo, su cui interviene la legge di Bilancio ora all’esame del Parlamento: con il correttivo approvato in commissione alla Camera, infatti, il limite viene elevato da 5mila a 8mila euro per il 2023 (il testo è arrivo in aula giovedì 22 dicembre, con la fiducia il calendario venerdì 23, si veda anche l’articolo «Manovra, via libera in commissione. Bonus mobili con tetto di spesa a 8mila euro nel 2023»). Confermato, invece, il tetto a 5mila euro nel 2024.

Come si determina la spesa

In base alle regole ormai collaudate del bonus mobili (articolo 16, comma 2, del Dl 63/2013), ci sono due elementi che determinano l’importo su cui si può applicare l’agevolazione:

● gli interventi di recupero del patrimonio edilizio cui viene “agganciato” il bonus mobili devono essere iniziati a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto;

● se gli interventi di ristrutturazione sono effettuati nell’anno precedente a quello dell’acquisto (o sono iniziati nell’anno precedente a quello d’acquisto e proseguono in tale anno), il limite di spesa massima è considerato al netto delle spese agevolate sostenute nell’anno precedente.

In pratica, chi ha eseguito o iniziato un intervento di ristrutturazione nel 2022 e vuole acquistare gli arredi, può spendere 10mila euro entro la fine di quest’anno, ma poi nel 2023 avrà una spesa massima agevolabile che sarà pari al limite di legge valido per quell’annualità, meno ciò che ha già speso nel 2022. Detto diversamente, gli acquisti di quest’anno potrebbero azzerare il plafond del 2023.

Poniamo che quest’anno vengano spesi 6mila euro per gli arredi: quanto resta da spendere nel 2023? Secondo le regole attuali, nulla (perché i 6mila euro assorbono tutto il plafond). Con la modifica in arrivo con la legge di Bilancio, 2mila euro (perché oltre i 6mila euro resta un margine di 2mila per arrivare al nuovo limite di 8mila). Naturalmente, con o senza le modifiche ora in arrivo, chi si affretta a pagare gli acquisti entro il 31 dicembre 2022 può sempre arrivare a 10mila euro. Ecco perché l’innalzamento del limite per il 2023 attenua, ma non elimina, la spinta ad affrettarsi.

L’interpretazione è confermata nella Guida delle Entrate (edizione gennaio 2022), che considera il calo del limite di spesa precedente da 16mila euro (valido nel 2021) a 10mila euro (valido appunto per il 2022).

Qual è la data di pagamento

Trattandosi di un’agevolazione Irpef riservata alle persone fisiche, il fattore determinante per stabilire qual è la spesa agevolata è il momento di pagamento: cioè, il giorno di effettuazione del bonifico (è sufficiente quello ordinario, non serve il bonifico tracciabile) o il giorno di utilizzo della carta di credito o del bancomat da parte del titolare (data di pagamento individuata nella ricevuta di transazione, non rileva invece il giorno di addebito su conto corrente). Non sono ammessi pagamenti con assegni o contanti. Inoltre, non è ammesso l’istituto dello sconto in fattura (né della cessione del credito d’imposta).

I pagamenti eseguiti quest’anno potrebbero anche riferirsi ad acconti per l’acquisto degli arredi, non è necessario aver saldato il conto, anche perché il totale della spesa sostenuta dal contribuente potrebbe superare il massimo agevolabile.

L’inizio dei lavori (e la «trappola» del 2021)

È indispensabile che quando si eseguono i primi pagamenti per i mobili o gli elettrodomestici i lavori edilizi collegati siano già cominciati. Dove c’è una pratica edilizia, nessun problema: fa fede la data indicata nella pratica. Se invece l’intervento è in edilizia libera, bisognerà avere una autocertificazione che indica l’immobile oggetto dei lavori, il tipo di intervento eseguito e il fatto che non richiede permessi o titoli abilitativi (come previsto dal provvedimento delle Entrate del 2 novembre 2011).

Il momento di avvio dei lavori diventa determinante anche per un altro aspetto, perché chi ha iniziato l’intervento di recupero edilizio nel 2021 potrà agevolare solo gli acquisti di arredi effettuati entro la fine del 2022 (anche se non ha esaurito il plafond!). In questi casi, perciò, affrettarsi con i pagamenti è l’unico modo per salvare l’agevolazione.


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