Escluse da Iva le provvigioni a società estere
Ha ragione il nuovo commercialista. Le provvigioni fatturate a società estere (Ue e extra Ue), sono operazioni «escluse da Iva», per mancanza del presupposto territoriale, ai sensi dell’articolo 7-ter del Dpr 633/72. Prima del 2010 le fatture di provvigioni emesse da un agente italiano nei confronti di aziende Ue erano servizi «non imponibili» (previgente articolo 40, comma 8, del Dl 331/93). Le operazioni «escluse da Iva» (a differenza di quelle «non imponibili») non rilevano per la qualifica di «esportatore abituale» e non concorrono alla formazione del plafond. Quindi, è corretto che il fatturato a clienti Ue non concorre alla formazione del plafond. Nel caso esposto dal lettore, le uniche provvigioni che potrebbero essere rilevanti ai fini del plafond potrebbero essere quelle fatturate ad aziende italiane, ma solo se relative a beni in importazione (da extra Ue), in esportazione (verso extra Ue) o «estero su estero» (extra Ue), posto in questo caso si realizzano servizi «non imponibili» (articolo 9, numero 7, del Dpr 633/72). È il caso, ad esempio in cui l’agente fatturi alla società italiana una provvigione riferite a cessioni di beni spediti fuori dalla Ue.
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