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L’attività di taglio legna svolta dal coltivatore diretto tassata al 25% se utilizza le attrezzature agricole

Agricoltura

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di Gian Paolo Tosoni

La domanda

Un coltivatore diretto decide di intraprendere anche un’attività di taglio legna per un ente pubblico. Nello specifico, il consorzio di bonifica gestisce tali fasce frangivento di eucaliptus per l’ente acque della Sardegna e pubblica i bandi per partecipare al taglio, al fine di garantire la manutenzione e la funzionalità di tali fasce frangivento, non danneggiare le colture, eccetera.
L’agricoltore in questione paga un contributo di 3 euro a quintale all’ente per le spese forfettarie che l’ente sostiene per la vigilanza delle fasce. Dal lato dei ricavi, l’agricoltore avrà il fatturato da vendita della legna. Per le imposte sul reddito, può tassare tali ricavi come attività connessa di servizi e quindi con percentuale forfettaria del 25% a norma del comma 3, dell’articolo 56-bis del Testo unico delle imposte sui redditi, Dpr 917/1986, oppure deve tassare tale reddito analiticamente, ovvero ricavi meno costi specifici e quota parte costi comuni?
Si presuppone rispettato il criterio della prevalenza dell’attività agricola e altri requisiti.

Se nello svolgimento dell’attività di taglio legna l’agricoltore utilizza prevalentemente le attrezzature e le risorse normalmente impiegate nello svolgimento della propria attività agricola, allora potrà determinare i redditi derivanti da tale attività in base al dettato dell’articolo 56-bis comma 3, del Testo unico delle imposte sui redditi, Dpr 917/1986. Questo significa che applicherà all’ammontare delle operazioni relative a detta attività il coefficiente di redditività del 25% e indicherà tale dato nel quadro RD della propria dichiarazione dei redditi. Al contrario, se l’attività è svolta utilizzando risorse e attrezzature non utilizzate normalmente in azienda, l’attività sarà in tutto e per tutto attività d’impresa da tassare, come tale, in base alle regole del reddito di impresa.

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