L’immobile in comodato al figlio del socio genera reddito diverso nel quadro RL
Imponibile la differenza tra il valore di mercato e il corrispettivo annuo per la concessione di beni dell’impresa a soci o familiari dell’imprenditore
La fattispecie rappresentata dal lettore va inquadrata all’interno dell’articolo 67 del Tuir, lettera h-ter), disposizione che stabilisce l’imponibilità della differenza tra il valore di mercato e il corrispettivo annuo per la concessione di beni dell’impresa a soci o familiari dell’imprenditore. La lettera h-ter è stata inserita dal legislatore, con l’articolo 2, comma 36-terdecies, Dl 138/2011 convertito dalla legge 148/2011, per contrastare il fenomeno della concessione in godimento dei beni relativi all’impresa, ai soci o familiari dell’imprenditore per fini privati. Con la suddetta disposizione legislativa viene sostanzialmente regolata l’ipotesi in cui i beni dell’impresa vengono concessi in godimento ai soci a condizioni più favorevoli rispetto a quelle di mercato, o addirittura senza corrispettivo, prevedendo, per i soggetti che ricevono in godimento beni aziendali, la tassazione di un reddito diverso determinato secondo le regole normativamente fissate. Venendo pertanto alla risposta, la concessione in comodato gratuito al figlio del socio di maggioranza, non configura né un’ipotesi di fringe benefit, né un’ipotesi di tassazione per destinazione estranea ma appunto un’ipotesi di tassazione di beni concessi in godimento ai soci a condizioni più favorevoli di quelle di mercato. Pertanto, nell’ipotesi in cui si mantenesse la gratuità del “godimento”, il socio amministratore dovrà indicare nella propria dichiarazione dei redditi un reddito diverso (quadro RL) sulla base del valore di mercato attribuito all’utilizzo dell’immobile. Tale comportamento “regolarizza” la posizione del socio nei confronti del fisco. Tale fattispecie si differenzia infatti dall’autoconsumo familiare, dall’assegnazione dei beni a soci, nonché dalla destinazione degli stessi a finalità estranee all’esercizio dell’impresa, in quanto, diversamente dai casi sopra richiamati, la disposizione riguarda beni che non fuoriescono dal regime di impresa.
Consulta L’Esperto risponde per avere accesso a un archivio con oltre 200mila quesiti, con relativi pareri. Non trovi la risposta al tuo caso? Invia una nuova domanda agli esperti.