L'esperto rispondeImposte

Le entrate da subaffitto del professionista decrementano l’entità deducibile dei costi

di Alfredo Calvano

La domanda

Un medico che svolge la propria attività presso un ambulatorio in affitto ospita altri colleghi che per i servizi fruiti lo pagano in base a una percentuale sulle proprie parcelle ai fini dei redditi (quadro E) mi è stato detto che tali rimborsi non sono altri ricavi (diversi dalla professione) ma devono essere azzerati andando ad abbattere i costi dell’ambulatorio (personale,telefono,utenze ). A me pare che così operando si possa creare una forte discrepanza tra i valori registrati nel corso dell’anno (ad esempio stipendi e contributi Tfr) e l’importo esposto al rigo RE11 ridotto dallo storno. Inoltre , se nel quadro a dello studio si indica il numero delle giornate retribuite risalterà con evidenza l'inadeguatezza del valore RE11. Qual è la procedura esatta?
G.N. – Padova

Le indicazione operative, annotate in senso critico dal lettore, sono state fornite dall'agenzia delle Entrate con le circolari 58/E del 18 giugno 2001 e 38/E del 23 giugno 2010, in funzione delle quali i corrispettivi da riaddebito conseguiti dal professionista, per la fruizione condivisa con altri professionisti dell’immobile (e servizi accessori) da egli condotto in locazione, non assumono valenza reddituale, ma vanno a decrementare specularmente l’entità deducibile dei costi, di analoga natura, da egli sostenuti in via principale; inoltre gli importi così riaddebitati vanno documentati dall’emissione di una fattura con addebito dell’Iva. Il contribuente può far risultare da annotazioni sussidiarie alla contabilità e alla dichiarazione dei redditi (come nelle annotazione in calce al modello Sudi di settore ) la particolare impostazione adottata in aderenza ai predetti documenti amministrativi, che tuttavia possono essere disattesi per ovviare alle paventate discrasie.

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