Adempimenti

Nel nuovo modello Iva 2020 spazio per i crediti liberati dopo aver saldato i debiti

Nasce il quadro V20 per gestire le somme recuperate dopo aver sanati i mancati versamentin quadro

di Matteo Balzanelli e Massimo Sirri

Il nuovo quadro VQ consente di determinare il credito degli anni precedenti “liberato” a seguito dei versamenti Iva “non spontanei” effettuati fino alla data di presentazione della dichiarazione, oltre che evidenziare l’eventuale credito “sospeso” per effetto di mancati versamenti periodici in relazione al 2019. Se i crediti degli anni precedenti sono stati sbloccati con dichiarazioni integrative si deve invece compilare il quadro VN.

Il pregresso
Fino al 2017, poteva emergere un credito Iva annuale anche qualora non fossero stati eseguiti tutti i versamenti periodici. Per esempio, il credito del mese di dicembre 2017 avrebbe potuto generare un credito annuale di pari importo, pur in presenza di debiti non pagati relativi a liquidazioni periodiche dello stesso anno. Per evitare simili situazioni, le istruzioni al modello relativo al 2018 prevedevano che nella determinazione del credito annuale si dovesse tener conto esclusivamente dei versamenti effettuati. In questo modo, il credito era ridotto dell’importo corrispondente ai versamenti periodici dovuti ma non effettuati, fino all’eventuale azzeramento.

Le novità
Con il modello Iva 2020 viene quindi introdotto un nuovo quadro, il VQ, attraverso il quale gestire gli eventuali “crediti potenziali” che vengono “liberati” per effetto del versamento dei debiti periodici in precedenza omessi.

Le istruzioni
Il quadro VQ si compone di cinque righi (identici), suddivisi in dieci campi. Il contribuente compila tanti righi quante sono le annualità dei crediti Iva da gestire ricorrendo eventualmente a più moduli. In ciascun rigo compilato va indicato, innanzitutto, l’anno d’imposta (colonna 1) cui si riferisce l’Iva periodica non versata che aveva ridotto il relativo credito. In colonna 2 va inserita (se positiva) la differenza tra l’Iva periodica dovuta e quella versata, mentre in colonna 3 il “credito potenziale”, dato dalla differenza (se positiva) tra il credito che si sarebbe generato qualora fossero stati eseguiti tutti i versamenti periodici e quello effettivamente liquidato in dichiarazione. Colonna 4 non può essere compilata per il 2019 perché è il primo anno di compilazione del VQ e quindi non possono essere presenti versamenti “non spontanei”, cioè derivanti da comunicazioni d’irregolarità o da cartelle di pagamento, recuperati da precedenti VQ (gli eventuali versamenti non spontanei relativi al 2019 vanno direttamente in VL30 campi 4 e 5).

La tempistica
Tali versamenti – effettuati nel periodo compreso tra il giorno successivo alla data di presentazione della dichiarazione relativa all’anno di campo 1 e quello di presentazione della dichiarazione corrente e distinti per tipologia – vanno indicati (ovviamente si tratta della quota capitale, senza considerare sanzioni e interessi) rispettivamente in colonna 5 e 6.

In colonna 7 si determina il credito “liberato” per effetto dei versamenti “non spontanei”, dato dalla somma degli stessi (colonne 5 e 6) meno il maggiore tra (colonna 2 – colonna 3 – colonna 4) e zero.

Il credito da colonna 7 va poi riportato nel rigo VL12 per farlo concorrere alla determinazione del saldo (a credito o a debito) relativo al 2019.

Il quadro VQ va poi compilato, limitatamente alle colonne 1, 2 e 3, anche per far emergere eventuali crediti potenziali sorti nel 2019, non utilizzabili a fronte di versamenti periodici omessi, a prescindere dalla presenza o meno di versamenti “non spontanei”.

Sono infine previste le colonne 8, 9 e 10, attraverso cui è possibile gestire i crediti in caso di trasformazioni sostanziali soggettive o di liquidazione Iva di gruppo.

L’alternativa
A questo punto bisognerebbe chiedersi se il quadro VQ rappresenta l’unica via per sbloccare i crediti “potenziali” a seguito di versamenti “non spontanei”. Fermo restando che il VQ rappresenta la “strada maestra”, non si vedono ostacoli (quanto meno di carattere normativo) alla presentazione di un’integrativa, anticipata rispetto al dichiarativo che dovrebbe coinvolgere il quadro VQ, al fine di sbloccare più rapidamente i crediti (ad esempio per utilizzarli in compensazione).

Quando il credito (o il maggior credito) emerge da una dichiarazione integrativa a favore, tale anche per effetto di ravvedimenti, bisogna distinguere. Se l’integrativa è presentata entro il termine previsto per la dichiarazione relativa al periodo successivo a quello oggetto di correzione (ad esempio, si presenta a gennaio 2020 l’integrativa sul 2018) nella dichiarazione per il 2019 non bisogna fare altro che tenere conto dell’ultima presentata. Se l’integrativa è presentata oltre detto termine allora è necessario compilare il quadro VN, indicando l’anno emendato e il maggior credito. Quest’ultimo confluisce poi nel rigo VL11 e concorre alla liquidazione dell’imposta annuale.

Il quadro VQ e la compilazione

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