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L’Unione europea accelera sulle comunicazioni societarie sulla sostenibilità

Approvata la direttiva che sarà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale Ue ed entrerà in vigore nei 20 giorni successivi. Gli Stati membri dovranno recepire le disposizioni entro 18 mesi

di Emanuele Degani

Con il comunicato stampa 985/22 del 28 novembre scorso, il Consiglio europeo ha approvato in via definitiva la direttiva relativa alle comunicazioni societarie sulla sostenibilità.
Le imprese saranno così tenute a rendere note le informazioni in merito alla sostenibilità perseguita, responsabilizzando l’impresa e facilitando l’instaurazione e il perseguimento di un’economia sostenibile.
La strada della trasparenza era già stata scelta dalla Ue: ed infatti, lo scorso febbraio, gli Stati membri dell’Unione eruropea hanno approvato all’unanimità la proposta della Commissione europea di direttiva 5864/2022 (si veda l’ articolo del 9 marzo 2022).
Successivamente, il 21 giugno 2022, il Consiglio e il Parlamento hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla direttiva, che è stato approvato il 30 giugno 2022.
In seguito al parere favorevole del presidente del Consiglio europeo, la direttiva sarà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea ed entrerà in vigore nei 20 giorni successivi; al contempo, gli Stati membri dovranno recepire le disposizioni entro 18 mesi dall’entrata in vigore dell’atto unionale.

Comunicazioni societarie

Le nuove norme prevedono che le imprese forniscano ai cittadini, ovvero agli investitori e alle parti interessate, informazioni sul proprio modello aziendale e sulla sostenibilità perseguita. Lo scopo è quello di consentire ai soggetti terzi di assumere delle decisioni informate sulle questioni di sostenibilità tra cui, ad esempio, cambiamenti climatici, diritti umani, diritti sociali, sviluppo sociale, eccetera.

In sostanza, la direttiva ha ad oggetto tutta una serie di informazioni di carattere non finanziario, ed è volta ad assicurare la transizione dell’Unione europea verso un Mercato Unico sostenibile su più fronti.

Le disposizioni unionali troveranno applicazione con riguardo a imprese di interesse pubblico con più di 500 dipendenti, a grandi imprese con pià di 250 dipendenti e 40 milioni di euro di fatturato e a tutte le società quotate in mercati regolamentati (ad eccezione delle microimprese).

Anche le Pmi saranno tenute a comunicare le informazioni sostenibili; tuttavia, è previsto un periodo transitorio che le esenterà da quest’obbligo fino al 2028.

L’importanza di tali comunicazioni è sottolineata dal fatto che anche le imprese non residenti saranno tenute a detti obblighi informativi: ed infatti, le società che realizzeranno ricavi superiori a 150 milioni di euro nell’Unione europea e che hanno almeno una società figlia o una succursale nel territorio unionale saranno tenute ad adempiere alle nuove norme.

Gli obiettivi della Ue

È evidente che le norme mirano ad assicurare una maggiore trasparenza per i cittadini, i consumatori e gli investitori, in modo tale che le imprese possano svolgere un ruolo responsabili nella società odierna. Ed infatti, se a tali obblighi comunicativi corrisponderà un aumento di oneri per gli operatori professionali, che sarano tenuti a predisporre apposite comunicazioni sociali in tal senso, i benefici sociali saranno sicuramente maggiori, posto che così facendo tutti potranno esercitare una forma di controllo sugli operatori professionali e sugli obiettivi sostenibili perseguiti dagli stessi. Ed infatti, secondo il ministro dell’Industria e del commercio Jozef Síkela «Le nuove norme renderanno un maggior numero di imprese responsabili del loro impatto sulla società e le guideranno verso un’economia a vantaggio delle persone e dell’ambiente. I dati sull’impronta ambientale e sociale saranno disponibili al pubblico, ossia di chiunque sia interessato a tale impronta». Un intervento legislativo che non poteva più essere rimandato e che si pone sicuramente in linea con gli obiettivi ambientali ed economici dichiarati dalla Unione europea (si veda l’articolo del 26 novembre 2021, Unione europea e OCSE: imprese verso una carbon tax sostenibile).