Imposte

Doppia spinta alle start up innovative

Nel testo finale tornano detrazione Irpef al 50% e permanenza nella sezione speciale del registro imprese

di Michela Finizio

Torna nell’articolato finale del Dl 34/2020 - firmato dal Presidente della Repubblica nella serata di martedì 19 maggio e pubblicato nella «Gazzetta Ufficiale» 128 - l’innalzamento delle agevolazioni fiscali per chi investe in start up innovative. Nel pacchetto di misure (articolo 38 del Dl) pensate per il rafforzamento di queste imprese tornano tre commi, stralciati nell’ultima bozza circolata la scorsa settimana dopo il Consiglio dei ministri, che fanno salire dall’attuale 30% al 50% la detrazione Irpef per gli investimenti dei business angels sotto un certo taglio.

Detrazione a 50% per chi investe in start up

In particolare, il Dl rilancio introduce un articolo 29-bis nella legge 221/2012 (di conversione del Dl 179/2012, istitutivo delle start up innovative), disponendo le seguenti novità.

A decorrere dalla data di entrata in vigore del Dl rilancio, in alternativa a quanto già previsto dall’articolo 29, è possibile applicare una detrazione Irpef pari al 50% della somma investita dal contribuente nel capitale sociale di una o più start up innovative iscritte nell’apposita sezione speciale del Registro delle imprese.

L’investimento agevolato non deve eccedere i 100mila euro per ciascun periodo di imposta e deve essere mantenuto, interamente, per almeno tre anni pena la necessità di restituire l’importo detratto con gli interessi legali.

L’investimento può essere effettuato direttamente dal contribuente oppure tramite organismi di investimento collettivo del risparmio (fondi di investimento) che investano prevalentemente in queste realtà.

La misura si applica anche agli investimenti in una o più Pmi innovative, secondo le stesse modalità (attraverso l’inserimento di un comma 9-ter nel Dl 3/2015, così come convertito dalla legge 33/2015).

Per i dettagli sul meccanismo di detrazione si attende il decreto attuativo del Mise, di concerto con il Mef, da approvare entro 60 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale del Dl Rilancio. Nel frattempo, il testo del decreto specifica che la misura «è concessa ai sensi del regolamento Ue 1407/2013 della Commissione europea del 18 dicembre 2013 sugli aiuti de minimis».

Non è un caso che si voglia sottolineare la compatibilità con le norme Ue, dal momento che nel 2019 fu proprio la Commissione Ue a bloccare l’innalzamento al 40% dell’attuale detrazione fiscale fissata al 30% per gli investimenti di importo più elevato (fino a 1 milione di euro per le persone fisiche e fino a 1,8 milioni di euro per le persone giuridiche), inserito nella legge di Bilancio 2019. Nel frattempo, comunque, resta in vigore anche l’attuale sistema di detrazioni fiscali disegnato dall'articolo 29 (commi 1, 4 e 7) del Dl 179/2012, portato nella misura attuale pari al 30% (sia ai fini Irpef che Ires) con la legge di Bilancio 2017 (articolo 1, commi 66-69) dal 1° gennaio 2017 e destinato appunto ad un taglio di investimenti fino a un milione di euro per periodo di imposta. Una misura autorizzata dalla Commissione europea (SA 47184 18 settembre 2017) fino al 31 dicembre 2025 e disciplinata dal decreto interministeriale del Mef e del Mise del 25 febbraio 2016. Così come resta in vigore anche l’attuale sistema di agevolazioni in vigore per le Pmi innovative.

L’introduzione, dunque, della detrazione al 50% introduce un’opzione più favorevole esclusivamente per le persone fisiche per le operazioni di minore entità, entro i 100mila euro per periodo di imposta.

Prevista la proroga di un anno del regime

Nella bozza finale del decreto Rilancio, inoltre, torna anche la proroga di un anno per la permanenza nella sezione speciale del registro delle imprese e dei conseguenti requisiti per l'accesso agli incentivi pubblici previsti per questa tipologia di imprese. La proroga di 12 mesi, ad un certo punto scomparsa dalle bozze del decreto, serve per mitigare gli effetti negativi generati dall'emergenza in corso sull'economia delle start up (utile per ottere incentivi agli investitori e la deroga sulla legge di fallimentare: aspetto non secondario durante la crisi.

Dall'ultima versione del decreto, invece, sembra definitivamente cancellata l’introduzione di una moratoria temporanea di 12 mesi per le linee di credito in essere tra start up e Pmi innovative e banche.

Il pacchetto di misure per il comparto

Le start up e le Pmi innovative in Italia sono circa 13 mila e occupano circa 60 mila persone di cui 48 mila sono soci di capitale delle aziende. Per il 20% sono fondate da giovani sotto i 35 anni. Il 52,3% di queste società è in perdita, dato fisiologico di società appena nate. Per questo comparto, finora escluso dalle misure messe in campo per fronteggiare l'emergenza Covid-19 (con il Dl «cura Italia» e il Dl liquidità), il Governo ha comunque messo a punto un pacchetto di interventi.

● Rifinanziamento con 100 milioni di euro per il 2020 del programma Smart&Start Italia che prevede forme di finanziamento agevolato per start up e Pmi innovative, volte a favorire l'ingresso di privati nel capitale sociale.

● Contributi a fondo perduto (stanziamento da 10 milioni di euro) per favorire l'incontro tra start up innovative, incubatori, accceleratori, università, e così via. La concessione di questi fondi verrà disciplinata con un decreto attuativo del Mise.

● Incremento della dotazione del Fondo di sostegno al venture capital con risorse aggiuntive pari a 200 milioni di euro per il 2020.

● Credito di imposta per la Ricerca e Sviluppo (articolo 1, comma 200, legge 160/2019) esteso anche alle spese sostenute per contratti di ricerca extra muros stipulati con start up innovative (oltre che con università e istituti di ricerca).

● Quota da 200 milioni di euro nel fondo di garanzia Pmi riservata in favore delle start up innovative.

● Le agevolazioni previste per le start up nelle zone colpite dal sisma sono estese al “Territorio del cratere sismico del centro Italia”, cioè il territorio dei comuni colpiti dagli eventi sismici del 2016 e 2017.

● Dimezzate le soglie minime di accesso per ottenere il visto Investor Visa for Italy destinato ai cittadini non Ue che intendono effetture investimenti significativi in aree strategiche per l'economia e la società italiana.


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